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Cronaca Rotondi

Arrestato ingiustamente, professionista viene risarcito

Dopo anni di udienze, Mainolfi fu riconosciuto innocente in tutti i gradi di giudizio

Quell’8 maggio del 2013 lo ricorderà tutta la vita. I carabinieri bussarono alla porta di Francesco Mainolfi, architetto di Rotondi per notificargli un’ordinanza cautelare di arresti domiciliari con l’accusa di corruzione con il clan dei Casalesi.

Acclarata l’innocenza Francesco Mainolfi ha iniziato il percorso del risarcimento. Il Tribunale di Salerno gli ha riconosciuto ventimila euro per i danni morali ed 2300 euro per l’ingiusta detenzione.

L’architetto irpino (difeso dagli avvocati Dario Vannetiello e Francesco Perone) era accusato di avere accettato una mazzetta di 50 mila euro per pilotare un appalto durante la sua attività lavorativa presso il comune di Battipaglia. Accuse che la Dda aveva formulato basandosi su alcune intercettazioni telefoniche e ambientali.

Dopo anni di udienze, Mainolfi fu riconosciuto innocente in tutti i gradi di giudizio. Gli avvocati Vannetiello e Perone potevano contare anche sulla sentenza della Corte di Cassazione che annullò già tutti i provvedimenti cautelari emessi nei confronti di Mainolfi, giudicando le prove a suo carico addirittura «prive di logicità», «travisate».

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