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Giovedì, 25 Aprile 2024
Sapore d'Irpinia

Sapore d'Irpinia

A cura di Rosa Iandiorio

L’Irpinia è una terra di sapori autentici, custode antica di vini pregiati e specialità gastronomiche ricche di gusto. Un luogo incantevole dove sedersi in silenzio per ammirare la sua anima più vera. L'anima di una terra dove per secoli la natura ha scandito i ritmi del tempo, lasciandoci in eredità un patrimonio agroalimentare immenso. È tempo di partire buongustai per riscoprire insieme questo ‘Sapore d'Irpinia’

Sapore d'Irpinia

La magica notte del nocino di San Giovanni, il liquore delle streghe

Per tradizione le donne scalze raccolgono il mallo da mettere a macerare fino al 31 ottobre

I puristi della tradizione si preparano alla notte più corta dell'anno: la notte di San Giovanni Battista. Una notte carica di mistero in cui da secoli si ripete l'antico rituale del Nocino, il famoso digestivo dei nostri nonni. 

Un rito a cui sono legate numerose credenze che rendono la figura di questo santo in bilico tra il sacro e il profano. Una tra le tante collega la notte a cavallo tra il 23 e il 24 giugno ad una particolare danza attuata dalla streghe intorno ad un noce che secondo la leggenda era ubicato nei pressi dello Stretto di Barba, sulla strada che da Benevento porta ad Avellino, vicino ad Altavilla, precisamente dove si trova un boschetto fiancheggiato da una chiesa abbandonata, o in un’altra località di nome Piano delle Cappelle. Si dice che proprio qui le streghe si riunivano per celebrare i loro riti demoniaci.

Esse infatti utilizzavano il mallo di noce per creare pozioni magiche con cui incantare gli uomini. Sempre attorno a questo albero preparavano pozioni magiche addirittura per unire in coppia coloro che le bevessero. Chi aveva la sfortuna di finire sotto la maledizione delle streghe aveva come unica possibilità quella di utilizzare le erbe di San Giovanni, ovvero il santo morto decapitato per volere di Salomé, la figlia di Erode, la piú seducente e perfida strega di tutti i tempi. Era questa la vittoria del bene sul male,  quando la notte più corta dell'anno, la luce trionfa sulle tenebre. Nasce così la tradizione del Nocino: dalla raccolta dei frutti ancora acerbi in questo giorno, a cui segue la loro macerazione in alcool, un modo per estrarne la ‘rugiada’ magica, panacea di tutti i mali e dotata di virtù miracolose. 

La raccolta delle noci

Anche se oggi si è persa la tradizione della raccolta  delle noci in questo giorno prestabilito le motivazioni di questa usanza affondano radici nelle notti misteriose. In particolare devono essere le donne coi piedi scalzi ad occuparsi della raccolta manuale delle noci fresche con mallo verde.

Le noci ancora acerbe, in numero dispari, vengono tagliate e vengono messe a macerare nell’alcool fino alla notte dei morti il 31 ottobre, notte dedicata alla dea romana Pomona dea dei frutti e dei semi.

Il nocino diventa così ricco di simbolismo come nessun’altra bevanda.

Preparazione Nocino di San Giovanni

Occorrono 23 noci verdi tagliate in 4 spicchi e colte nella notte del 23 giugno,un pezzo di stecca di cannella, 10 chiodi di garofano,10 chicchi di caffè, la parte gialla della scorza di 3 limoni, 350 ml di alcool a 95 gradi, 500 grammi di zucchero e 300 ml di acqua.

Come si prepara:

In un vaso di vetro mettere le noci assieme all’alcool e lasciate macerare sino al giorno seguente quando si aggiungono la cannella, i chiodi di garofano, la parte gialla della scorza dei limoni. Si lascia macerare ancora fino al 3 agosto avendo cura di agitare il tutto almeno un paio di volte al giorno. Trascorso questo periodo si filtra e si aggiunge lo zucchero disciolto a bagno bagnomaria in acqua calda e a fuoco lento. Si lascia raffreddare e si imbottiglia. Il liquore si consuma lentamente, un bicchierino alla volta, durante tutto l’arco dell’anno e diviene un eccellente digestivo. 

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