Feudi di San Gregorio tra le cantine di design più belle d'Italia
L'azienda di Sorbo Serpico ha fatto della cultura dell'accoglienza uno dei suoi cavalli di battaglia: vino, arte, gusto regalano al visitatore una meravigliosa esperienza sensoriale ed emozionale
Giardini pensili, ristorante stellato e una sala sospesa sopra la bottaia. Feudi di San Gregorio simbolo del rinascimento enologico del Mezzogiorno d'Italia era partito come un “salottino” per i clienti della cantina, oggi è una delle aziende più belle e rinomate dove trascorrere una'esperienza enoturistica nel segno del vino, della cultura e del buon gusto.
L'edificio di Sorbo Serpico, disegnato dall’architetto giapponese Hikaru Mori è infatti secondo la rivista Dove del Corriere della Sera, una delle cantine piú interessanti d'Italia per il suo design avveniristico capace di suggerire al visitatore emozioni sensoriali e non solo.
L'intento della famiglia Capaldo è di andare oltre il concetto di cantina, facendola diventare un forum, un luogo di incontro, di confronto, di conoscenza, di meditazione, un laboratorio di idee e cultura, un luogo di accoglienza e ristoro. Al progetto hanno partecipato professionisti di livello mondiale: l'architetto giapponese Hikaru Mori ha avuto il difficile compito di dare unità architettonica alle strutture preesistenti, sviluppatesi nel tempo. Massimo e Lella Vignelli, simboli del design italiano nel mondo e “autori” delle etichette dell’azienda, hanno disegnato gli arredi e gli interni. Ad impreziosire tutto questo la cultura dell’accoglienza che rappresenta da sempre il valore portante della Feudi di San Gregorio. Qui la cantina è qualcosa di più di una dimora del vino: è un luogo dove il sapere, la tradizione, la passione e il legame al territorio vengono vissuti profondamente e trasmessi con orgoglio al visitatore.
Molteplici le proposte per chi vuole visitare la cantina o farsi guidare in una degustazione di vini e dei prodotti tipici del territorio. Si può optare per un’esperienza che abbraccia i sensi attraverso i profumi del giardino, delle erbe aromatiche, delle rose, degli alberi da frutta e l’atmosfera unica della bottaia si parte per un percorso dedicato al “ciclo dell’uva”. Avrete modo di conoscere da vicino tutte le fasi di lavorazione e affinamento dei vini attraverso un appassionante percorso che termina con la degustazione guidata di tre etichette.
Oppure per chi ha ama accompagnare il vino a piatti superlativi ed originali, può optare per un pranzo, o una cena presso il ristorante Marennà, dove l'ospite scopre la tradizione gastronomica irpina e campana. Marennà, dal latino "merere", ricorda qualcosa che doveva essere meritato, un ristoro guadagnato con la fatica e per questo stesso più gustoso. A firmare e curare ogni piatto la mano e l'estro di una grande chef siciliano, ma ormai irpino d'adozione: Mister Paolo Barrale.