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Monteforte ricorda Padre Antonio Vincenzo Gallo reso venerabile da Papa Giovanni Paolo II

Nel pomeriggio una messa

1899 – 2019. A 120 anni dalla nascita del venerabile Padre Antonio Vincenzo Gallo, Monteforte lo ricorda con una Santa messa alle ore 18 nella Chiesa di San Nicola. Molti ne ignorano l’esistenza di questa figura minore nel mondo religioso. Padre Gallo nella sua vita ha avuto sempre uno smisurato amore verso la Madonna e al Sacro Cuore di Gesù e soprattutto la sua vita offerta come sacrificio in riparazione all’indifferenza ed empietà del mondo.

Nato a Monteforte Irpino Padre Vincenzo Gallo nel 1899 era il settimo di nove figli. I suoi genitori Antonio e Angela Piciocchi gestivano un piccolo negozio di generi alimentari ed erano grandissimi devoti della Vergine Maria. Riservato e mite, la morte del padre lo segnò tantissimo. La madre, dovendo badare alla prole, decise di mandare Vincenzo all’Orfanatrofio Loffredo. Qui Vincenzo ebbe la chiamata di Dio e con l’intercessione di un familiare si iscrisse alla Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Core di Gesù presso la Scuola Apostolica di Albino (Bergamo).

Emise la prima Professione religiosa nella Congregazione dei Sacerdoti del S.Cuore (Dehoniani), il 29 gennaio 1921 e la Professione Perpetua il 16 ottobre 1924. Sollecitato dai superiori, in cui vide la volontà di Dio, chiese la dispensa dai voti nel marzo del 1930 per curarsi la salute. I medici diagnosticarono: miotonia o morbo di Thomsen, aggravata da un esaurimento nervoso. Dissero: “mai potrai guarire, ma solo migliorare. Sarai un S. Antonio martire della sofferenza”. Incardinato nella diocesi di Avellino, il 4 dicembre 1930, nella Chiesa di S. Nicola di Bari in Monteforte Irpino (AV), fu ordinato sacerdote. Il 16 marzo 1931 fu ammesso alla Parrocchia di Cristo Re in Roma affidata ai Dehoniani, in qualità di collaboratore. Visse eroicamente lo spirito di vittima. Le sofferenze fisiche e morali furono accettate in spirito di amore e di riparazione al Cuore di Cristo, senza alcun lamento, anche di fronte all’incomprensione. Nell’aprile del 1934 si ammalò gravemente. Infiltrazioni tubercolari e lesioni  meningiti che lo portarono alla tomba. 
L’apostolo della sofferenza, la vittima consacrata al Cuore di Cristo moriva in concetto di santità la sera del 2 maggio 1934. 
Il 9 aprile 1990 il Papa Giovanni Paolo II riconosceva l’eroicità delle virtù e lo proclamava: “Venerabile”.

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