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Lunedì, 29 Aprile 2024
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La lotta per i diritti dei bambini disabili: il banco di Antonio diventa un caso

Il Mid risponde al sindaco di Grottaminarda e sottolinea le criticità nella gestione dell'inclusione scolastica

"In qualità di Coordinatore Regionale della Campania del M.I.D. - afferma Giovanni Esposito - ringrazio il comune di Grottaminarda per aver diffuso una nota di chiarimento sulla vicenda del banco per il piccolo Antonio. Allo stesso tempo però sottolineo varie criticità a danno di un bimbo disabile. Prima considerazione: un banco per un bimbo normodotato o disabile, deve essere presente in classe sin dal primo giorno. Non si può tollerare che un bambino in carrozzella debba frequentare la scuola senza un banco adatto a lui. La madre di Antonio, la signora Annarita, ha chiarito che il banco, che era stato assegnato a suo figlio, poi è stato destinato ad altri prima dell’inizio della scuola. E lo ha fatto presente alla dirigenza senza avere risultati. Poi il 5 Ottobre ha rilasciato l’intervista in cui denunciava l’accaduto. Quindi non è vero, come afferma il Sindaco nella nota, che il banco non era più adatto al bimbo, ma la verità è che il banco non c’era proprio, come documenta la foto pubblicata. Per quanto riguarda la “malcelata protesta” nei confronti delle istituzioni, di cui parla il Sindaco, c’è da specificare che: la scuola è stata avvisata tramite PEC della consegna del banco. Quando le associazioni sono arrivate in loco, non solo hanno trovato i cancelli chiusi, ma anche un clima di intimidazione. I collaboratori scolastici hanno affermato che il banco non poteva entrare a scuola ma era necessario un controllo sullo stesso da parte di un tecnico comunale. Sottolineiamo che non era presente nessun amministratore comunale, nonostante il Sindaco avesse scritto che avrebbe mandato un suo delegato. La Misericordia, il M.I.D., l’associazione Alta Irpinia, la Consigliera Comunale di Mercogliano Pescatore, il giornalista Costanza hanno aspettato oltre un’ora davanti alla scuola. Questo è un comportamento vergognoso da parte delle istituzioni. La scuola, definita dal Sindaco “vero fiore all’occhiello, bella ospitale, accogliente, inclusiva” ha invece dimostrato ancora una volta nei confronti di associazioni ma soprattutto del bimbo, l’esatto contrario. La dirigente non ha nemmeno ringraziato per il nostro gesto, anzi quando il papà di Antonio è entrato col banco, una sua assistente addirittura non voleva far portare all’interno lo stesso. Solo grazie alle nostre insistenze il banco poi è stato portato all’interno. Ma non è finita: oltre al danno anche la beffa: La signora Annarita ha avuto una diffida dalla Dirigente che con una nota le ha proibito di poter entrare in classe per accompagnare il figlio. Un provvedimento ingiusto per un bambino disabile che ha bisogno di continui aiuti. Inoltre, il giorno 13, dopo che abbiamo consegnato il banco, la scuola ha inviato una richiesta alla signora Cappuccio, madre di Antonio. La nota recita: “Richiesta dimensioni del banco” Vista la richiesta del Comune di Grottaminarda si richiedono, con estrema urgenza, legata alle esigenze dell’alunno disabile, le specifiche tecniche e le dimensioni del banco per poter procedere rapidamente”. La domanda di tutti sorge spontanea: ma è mai possibile che solo dopo la nostra consegna, la scuola si sia ricordata di chiedere le dimensioni del banco per il bimbo? Ma non ha scritto il Sindaco che già si stava provvedendo all’acquisto? Insomma notiamo una pessima comunicazione tra scuola e Comune, una pessima gestione dell’inclusione, una scarsa considerazione nei confronti di un bimbo disabile. A noi per acquistare il banco è bastato chiedere le caratteristiche alla Signora, semplicemente, senza PEC o burocrazia inutile. Ci domandiamo altresì: il banco è stato montato e messo a disposizione del bimbo? Ultima considerazione: il banco è costato 300 euro: è mai possibile che scuola e Comune abbiano fatto questa magra figura ed abbiano negato un elemento indispensabile ad un bimbo disabile per una cifra così esigua? Se tutto questo sistema viene definito “fiore all’occhiello” noi crediamo che sia si un fiore ma un crisantemo, nel senso che dimostra la morte delle istituzioni e l’abbandono dei disabili al proprio destino. Continueremo a sostenere il Piccolo Antonio e la sua famiglia costantemente Nel frattempo la nostra associazione provvederà a denunciare agli organi competenti l’accaduto. Abbiamo chiesto un incontro al Comune con Dirigente e la mamma di Antonio ma non si è riusciti a concordare una data. Per finire: se non avessimo fatto tutto questo clamore Antonio chissà quando avrebbe avuto il suo banco, chissà quando avrebbe potuto godere dei sacrosanti diritti. Il bene si può fare in silenzio o urlando, l'importante è che si faccia Siamo a disposizione per collaborare con Il Comune e la Scuola a patto che ci sia chiarezza e trasparenza conclude.

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