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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Iannace e i tanti messaggi solidali: "Sono sereno. La prevenzione sul territorio deve continuare anche senza di me"

Prosegue intanto spedita la raccolta firme per chiedere la grazia al presidente Mattarella: “Si spera in qualsiasi strada possibile, sempre nel rispetto della sentenza"

Un’intera provincia in mobilitazione per sostenere Carlo Iannace. Dalle associazioni, ai sindaci, al Vescovo di Avellino, la solidarietà espressa nei confronti del primario della Breast Unit del Moscati nelle ultime settimane, subito dopo la sentenza definitiva, è stata tanta. “Non posso che ringraziare tutti - ha espresso il senologo, a margine del focus sul tumore della mammella questa mattina al carcere borbonico di Avellino -. Questo è il frutto del lavoro di tanti anni sul territorio, in cui la nostra presenza si è fatta sentire. Speriamo di poter continuare a lavorare per il futuro della prevenzione insieme a tutte le donne che hanno lottato e continuano a farlo contro una malattia che restituisce dati ancora allarmanti, e insieme alle associazioni che hanno dato un grande contributo e sono sicuro continueranno a farlo. Bisogna continuare a lavorare con o senza la mia presenza diretta, ma faremo il possibile per continuare ad esserci".

Prosegue intanto spedita la raccolta firme per chiedere la grazia al presidente Mattarella: “Si spera in qualsiasi strada possibile, sempre nel rispetto della sentenza. Affronto anche questo momento della mia vita con serenità e positività. Perchè è proprio nei momenti delicati come questo che bisogna riflettere e andare avanti. L’ondata rosa andrà scuramente avanti, le donne sono battagliere e andranno avanti nel lavoro di prevenzione sul territorio. Hanno imparato a farlo con il tempo e devono continuare anche senza di me".

La forza e la tenacia di Iannace soprattutto dai tanti messaggi solidali. "Quello del Vescovo è stato sicuramente qualcosa di molto importante ed emozionante - ha dichiarato Iannace. Ritornerà anche la fiaccolata rosa per i malati oncologici a Pietrelcina. “Già stiamo lavorando, quello si può sempre fare perché non è una cosa sanitaria, così come la Camminata Rosa. Eventi che sono espressioni di un mondo particolare, quello della sofferenza e del percorso di riabilitazione, quindi fondamentali".

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