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Papa Francesco torna in Campania: “Musulmani nostri partner nella costruzione della pace”

Il Pontefice ha preso parte ad un convegno sulla Veritatis Gaudium

Papa Francesco è tornato in Campania e lo ha fatto per un’occasione particolare. Il Vescovo di Roma, infatti, è stato a Napoli per partecipare al convegno “La Teologia dopo Veritatis Gaudium (Costituzione Apostolica pubblicata nel gennaio 2018, ndr.) nel contesto del Mediterraneo” organizzato dalla Pontificia Facoltà dell’Italia Meridionale – sezione San Luigi. Il convegno (il cui programma ha interessato anche la giornata di ieri) rientra in una serie di inziative atte ad elaborare una teologia capace di aprirsi ai segni dei tempi, in particolare all’interculturalità generata dalle migrazioni.

L’invito a tale “apertura” è rivolto soprattutto ai teologi di domani (non solo consacrati, ma anche laici), agli studenti delle facoltà ecclesiastiche e istituti collegati che vedono nella “Veritatis Gaudium” la riproposizione (ma anche l’aggiornamento) delle disposizioni contenute nel documento “Sapientia Christiana” del 1979, frutto dei lavori del Concilio Vaticano II. Per Francesco, come spiega nel documento, si deve “imprimere agli studi ecclesiastici quel rinnovamento sapiente e coraggioso che è richiesto dalla trasformazione missionaria di una Chiesa in uscita” che non può non guardare, ad esempio, alla sorte di profughi e rifugiati.

In tal senso, a termine dell’intervento del Papa nella struttura universitaria di via Petrarca, è stato presentato anche il documento sulla “Fratellanza Umana”, firmato ad Abu Dhabi lo scorso 4 febbraio da Francesco e dal Grande Imam di al-Azhar Ahmad al-Tayyb, ma è stato anche letto un messaggio del Patriarca Bartolomeo I. Nel suo intervento, il Papa ha esordito spiegando “che la teologia, in tale contesto, è chiamata ad essere una teologia dell’accoglienza e a sviluppare un dialogo autentico e sincero con le istituzioni sociali e civili… con i leader religiosi e con tutte le donne e uomini di buona volontà, per la costruzione nella pace di una società inclusiva e fraterna e per la custodia del creato”.

“Il dialogo – ha continuato Francesco – non è una formula magica”, ma gli studenti di teologia (così come tutti gli uomini) “dovrebbero essere educati al dialogo”, soprattutto con le altre fedi come l’Ebraismo e l’Islam. Questo per “comprendere le radici comuni e le differenze delle identità religiose” ed edificare “una società che apprezza le diversità”. “Con i musulmani – spiega il Papa – siamo chiamati a dialogare per costruire il futuro… siamo chiamati a considerarli partner per costruire una convivenza pacifica, anche quando si verificano episodi sconvolgenti ad opera di gruppi fanatici”.

Francesco sostiene che non è possibile non considerare il Mediterraneo del terzo millennio come ponte tra l’Europa, l’Africa e l’Asia: lo stesso Mediterraneo che “in assenza di pace” diventa uno spazio dove sono stati prodotti numerosi squilibri “regionali e mondiali”. Non c’è accoglienza, però, senza ascolto. Il Vescovo di Roma non parla di un ascolto qualsiasi, ma di un ascolto “consapevole” capace di aprirsi “alla storia, ai popoli che si affacciano sul Mediterraneo… e poterne cogliere le ferite”. Perchè? Perchè il Mediterraneo “è proprio il mare del meticciato, un mare geograficamente chiuso agli oceani, ma culturalmente sempre aperto all’incontro, al dialogo e alla reciproca inculturazione”.

Le parole del Papa, su un tema così dibattuto come l’immigrazione, sono destinate a lasciare il segno, con la speranza che lo stesso Pontefice possa presto ritornare nelle nostre terre: magari nell’Avellinese. L’Irpinia, infatti, resta al momento l’unica a non essere stata ancora visitata da Francesco che dimostra, però, di non dimenticare le aree interne. Bergoglio, appunto, pochi giorni fa ha fatto pervenire attraverso una lettera il suo appoggio al Forum dei vescovi campani per le aree interne. Nella missiva, indirizzata al vescovo di Benevento Accrocca, Francesco scrive: “La condizione precaria delle fasce più deboli della società richiede da parte di tutti – istituzioni, comunità ecclesiali, realtà educative e assistenziali – un costante sforzo per chinarsi sulle difficoltà e le sofferenze dei tanti nostri fratelli e sorelle, offrendo loro gesti concreti di condivisione e di solidarietà. Auspico, pertanto, che si dedichi ogni energia per ridare speranza alle persone più deboli e bisognose d’aiuto, in vista di una società sempre più accogliente, fraterna e a misura d’uomo”.

Il Forum, che arriva dopo la lettera “Mezzanotte del Mezzogiorno”, si terrà a Benevento dal 24 al 26 giugno. A questo prenderanno parte, tra gli altri, i vescovi di Avellino, Ariano Irpino, Montevergine e Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia che discuteranno su un grave problema comune a tutte le aree interne della penisola: l’isolamento dal resto del Paese e la conseguente arretratezza.

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