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Domenica, 28 Aprile 2024
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De Luca sulla sanità in Campania: "Sud penalizzato dal governo nazionale, ma ci difendiamo"

La visita del governatore della regione Campania, questa mattina al Moscati di Avellino, e ancor prima al Landolfi di Solofra, ha dato la possibilità di affrontare diversi punti critici

La visita del governatore della regione Campania Vincenzo De Luca, questa mattina al Moscati di Avellino, e ancor prima al Landolfi di Solofra, ha dato la possibilità di affrontare diversi punti critici della Sanità campana.

Fra tutti, in quella che lo stesso De Luca ha definito una bella giornata per la sanità della nostra regione, la crisi dei Pronto Soccorso, per la quale secondo il numero uno di palazzo Santa Lucia "ne abbiamo una decina bloccati per mancanza di personale,  per cui cercheremo di impiegare anche specialisti affini. Le risorse stanziate dal governo servono a malapena al rinnovo dei contratti nazionali, ma senza adeguamento generale il personale medico nei pronto soccorso non andrà a lavorare". Adeguamenti salariali ma anche pensionistici: "Bisogna considerare che il lavoro in pronto soccorso è un impiego usurante. Occorre consentire a chi ci lavora di andare in pensione due anni prima. Tuttavia, questo richiederebbe decisioni nazionali di programmazione seria, che al momento sembrano assenti. Siamo chiamati a combattere in queste condizioni, cercando di ottenere più personale e le risorse necessarie nelle prossime settimane. La media nazionale nella ripartizione delle risorse è un obiettivo minimo". 

"Le azioni ricattatorie del governo dannose per i cittadini"

Quanto alla presunta ostilità del governo nazionale nei confronti della Campania, potrebbero esserci anche motivazioni politiche nei confronti di De Luca. "La situazione riflette le azioni ricattatorie del governo, dannose soprattutto per i cittadini e le amministrazioni comunali - sottolinea il governatore che aggiunge - Io vivo lo stesso -. Siamo in battaglia contro il ministro della coesione Fitto per lo sblocco dei fondi sviluppo e coesione. Attualmente, bloccarli significa paralizzare 6 miliardi di euro, con 500 milioni destinati a comuni in gravi difficoltà. La firma dei patti di coesione solo con le regioni del Nord è un'offesa al Sud, e la Campania combatte per superare questa ingiustizia. È evidente che il peso politico della Campania può influenzare il governo. Bloccare i fondi sviluppo e coesione è una vergogna nazionale, alimentata da ricatto e stupidità politica. La responsabilità di una classe dirigente incapace è chiara, e la democrazia richiede che siano i cittadini a decidere sulla permanenza di tale classe dirigente".

Quanto ai progetti di governo, la realizzazione di nuovi ospedali, un piano paesaggistico, e il rinnovo del parco dei mezzi di trasporto richiedono tempo: "La programmazione deve partire dai problemi reali, non dalle fisime di alcuni politici romani - ha dichiarato ancora De Luca -. La regione sta lavorando con le risorse disponibili per migliorare la sanità sui territori, e i successi come il reparto di eccellenza a Solofra dimostrano gli sforzi compiuti in particolare per le aree interne".

Riguardo alle criticità nella programmazione del personale per le case di comunità, infine, la regione si dice impegnata a risolvere il problema, ma la situazione attuale evidenzia la mancanza di una programmazione adeguata nel passato. De Luca afferma di aver difeso il 90% delle richieste, evitando tagli di personale e dirigenti, ma rimane da vedere se sarà possibile recuperare eventuali punti di sofferenza.

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